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C'era una volta nelle desolate lande padane... tranci di vita in chiave produttiva, messi in commercio lungo l'A4

sabato, maggio 20, 2006

aRRIVI e pARTENZE

Sedersi sulle scale e guardare chi passa senza pensare di potersi fermare su una vi(t)a di passaggio...
osservarne gli atteggiamenti, le attitudini, i lineamenti, il portamento e cercare di guardare oltre, annusandone i pensieri... è sempre stata un attività molto interessante, e non a caso i "Gradoni" erano questo...poi c'era l' aspettare al binario 4 della stazione che passassero i treni dipinti la notte prima, o quelli che "chissà che fine hanno fatto, speriamo di beccarli" e nel frattempo vedere il flusso dei vari pendolari come si sistemava nei pochi spazi accoglienti in fase d'attesa del treno. Io perennemente sdraiato qua e la, rilasssato e conteplativo, incurante della zella risultavo oviamente pericoloso e indisponente, io potevo stare comodo e loro no, ma se qualcuno di essi incrociava il mio sguardo per qualche istante si distraeva anche per poco e per quel poco, si vedeva, cambiava respiro e smetteva di pensare ai propri cazzi e cominciava a guardarsi in giro...questo era bello.
Non si puo dire lo stesso di quando mi sono trovato a lavorare come facchino all'aereoporto di orio... li il rapporto era coi colleghi... ma quello piu intimo in realtà era quello con i bagagli dei passeggeri che dovevo manovrare...li non osservavo piu i comportamenti delle persone ma direttamente queste "confezioni di sopravvivenza all'estero"...diverse per personalità, per destinazione e per range economico del proprietario...e qui c'è sto ricordo fisso del giorno in cui arrivava l'aereo russo, mentre finivo di caricare i bagagli della "Bergamo che conta" diretti in vacanza a Ibiza. L'aereo russo era un volo speciale che portava colonie di bambini profughi di chernobyl .
La situazione era la seguente: nessuno voleva salire a pulire l'aereo perchè arrivava sempre pieno di conati di vomito di ste creature che sofrivano il mal d'aria, le condizioni dei sedili erano pietose la metà erano smontati, disfatti e poco stabili... Sotto in stiva invece toccava fare le cose con molta calma e delicatezza...si perchè i loro bagagli eran di cartone legati con lo spago, e andavan spostati gentilmente perche non si rovinassero...e mentre i bambini scendevano a terra alcuni ti salutavano e ti guardavano ammirati...e ancora salutavano all'accoglienza e io rispondevo e loro risalutavano...allora del tipo va bhe bello però adesso basta, me ne tornavo a caricare il secondo volo per ibiza, dove il corredo delle valige/trolley super hi-tech con abs, servosterzo, ariacondizionata, di un peso oviamente superiore alle media stabilita per il trasporto aereo, veniva puntualmente lanciato sul fondo della stiva come si lancia un sasso nell'acqua per fargli fare i piu rimbalzi possibili... ogni tanto qualche maniglia restava in mano...che dire, succede...